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CONCORRENZA E SOGLIE D’USURA

Le scelte e le posizioni assunte dalla Banca d’Italia hanno esercitato un preordinato ruolo attivo nel diritto, un compito ‘creativo’ alla stessa precluso, dispiegando per quasi vent’anni un velo di opacità sui contenuti della norma penale e ponendo, in tal modo, una ‘zeppa’ all’ineludibile presupposto della responsabilità penale, costituito, appunto, dalla chiarezza, riconoscibilità e tassatività del precetto penale. In presenza di chiare e rigorose delimitazioni al costo del credito, le circostanze e i fatti che hanno caratterizzato l’impiego opportunistico della ‘copertura’ offerta dalla Istruzioni della Banca d’Italia, rendono paradossale il percorso di scusabilità prospettato dalla Cassazione n. 12965/16 che, esteso dal piano soggettivo del reato al piano oggettivo, lascia del tutto impregiudicati comportamenti in palese contrasto con il disposto di legge.