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Il costo del credito bancario alla luce dell’art. 2-bis l. 2/2009 e della l. 102/2009: commissione di massimo scoperto, commissione di aidamento, usura

 

Sommario: 1. La tendenza al riequilibrio del rapporto banca-cliente nei contratti bancari. – 2. Il riconoscimento legislativo della commissione di massimo scoperto. Funzione, causa, struttura, nella prassi anteriore alla riforma. – 3. (segue): e nel d.l. 185/2008. – 4. (segue); il presunto “divieto” della commissione di massimo scoperto nel d.l. 78/2009. La sua ancora persistente legittimità e la relativa disciplina. – 5. Le modalità di introduzione nel testo contrattuale delle commissioni di affidamento e di massimo scoperto, della loro soppressione e modifica. – 6. Le invalidità dell’art. 2-bis come ipotesi di nullità di protezione? – 7. L’inserimento della commissione di massimo scoperto (e della commissione di affidamento) nel paniere degli oneri rilevanti per la valutazione di usurarietà del tasso applicato.

 

In tempi di crisi si realizzano interventi che, lungi dal fronteggiare con mezzi straordinari situazioni di emergenza, finiscono per introdurre nel tessuto normativo regole che dovrebbero permeare i rapporti negoziali anche in condizioni di stabilità economica; regole che risolvono disequilibri o sciolgono nodi ormai allignati in certe dinamiche contrattuali, e che contribuiscono dunque, più o meno efficacemente e più o meno capillarmente, a normalizzare queste dinamiche. Sicché una perturbazione economico-finanziaria, acutizzando le conseguenze di sbilanciamenti, che in condizioni di benessere avevano potuto perpetuarsi nel disinteresse collettivo, finisce per generare benefici a lungo termine e per produrre risultati che vanno ben oltre la contingente soluzione dell’emergenza. I recenti decreti anti-crisi (d.l. 29 novembre 2008, n. 185, convertito in l. 28 gennaio 2009, n. 2, e d.l. 1 luglio 2009, n. 78, convertito in l. 3 agosto 2009, n. 102) contengono alcuni di questi singolari interventi, e non è un caso che, in un contesto globale in cui il settore bancario ha veicolato il tracollo economico ed è tuttora al centro delle conseguenti tensioni finanziarie, almeno una parte di essi sia stata indirizzata proprio su questo settore, e persegua l’obiettivo di favorire un più congruo allineamento delle reciproche posizioni contrattuali nei rapporti bancari: sia, probabilmente, per uno sforzo normativo di moralizzazione di un comparto professionale oggi esposto ad una non insignificante contrazione della fiducia da parte della clientela, sia, certamente, per sostenere anche in questa direzione il rilancio delle iniziative imprenditoriali, fortemente colpite quasi senza eccezioni dalla crisi. 

Se, dunque, il il rouge di tutte queste norme “anticrisi” è facilmente palesabile, dal punto di vista del sistema regolamentare all’interno del quale esse sono inquadrate si profilano invece alcune non marginali riflessioni ed alcuni interessanti interrogativi, sui quali vale la pena soffermarsi.