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Rilevanza usuraria dell’anatocismo (con aggiunte note sulle clausole «da inadempimento»)

SOMMARIO – 1. Il problema. – 2. Una precisazione preliminare (sulla non vincolatività del quadro amministrativo di riferimento). – 3. Importanza pratica del problema: cenni sul diritto vivente. – 4. (Segue): usura e clausole nulle. – 5. (Segue): «variabili» dell’operatività attuale (ancora a proposito del nuovo art. 120, comma 2, TUB). – 6. Rilevanza usuraria dell’anatocismo. La «condizione economica» di anatocismo. – 7.- (Segue). Transito degli interessi a capitale? – 8. (Segue). L’usura e i costi dell’«erogato» (ovvero della «prestazione di danaro» di cui all’art. 644 c.p.). 

 

Il problema, attorno a cui ruota il presente lavoro, si incentra sul quesito se la verifica di eventuale usurarietà delle operazioni creditizie poste concretamente in essere debba o meno tenere conto, tra le altre cose, anche del profilo anatocistico che compaia nelle medesime. Con tale ultima espressione intendendo – è bene subito precisare – il fenomeno operativo (provvisto o meno che sia di clausole contrattuali a supporto) per cui gli interessi maturati su un credito vengono, a un certo punto, posti a base di un nuovo e ulteriore conteggio di interessi: tanto che ciò avvenga a seguito del semplice passare del tempo, secondo quanto capita nel conto corrente (apertura in conto e figure similari comprese); quanto che dipenda invece dal verificarsi dell’inadempimento di una rata di mutuo (ma pure di leasing), come nelle ipotesi di preammortamento ovvero di ammortamento alla francese.