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USURA PATTIZIA, COSTI EVENTUALI E PENALI DA INADEMPIMENTO NEI CONTRATTI DI FINANZIAMENTO E DI LEASING: UN APPROCCIO "VIRTUOSO"

Contributo a cura dell'avv. Dario Nardone e del dott. comm. Fabrizio Cappelluti.

Riceviamo e pubblichiamo con piacere un nuovo contributo in tema di accertamento del rispetto della normativa antiusura in ambito di finanziamenti a rimborso rateale (mutui, leasing, etc.).

Invitiamo in particolare a leggere il paragrafo 5, che porta un valido elenco di obiezioni alle tesi espresse nell'articolo, con le relative risposte degli autori. Ci sembra un modo interessante e vivace per alleggerire la lettura di un lavoro chiaro e ben argomentato.

In tema di accertamento del worst case (scenario peggiore), suggeriamo la lettura della sentenza del dott. Astuni del Tribunale di Torino, recentemente pubblicata e indicata in calce alla pagina, che pur esprimendo una tesi diversa da quella degli autori è improntata alla medesima chiarezza espositiva.

 

SOMMARIO DEL LAVORO:

  1. Il passaggio dalla concezione nominalistica degli interessi al principio di onnicomprensività del costo del credito, quale grandezza da confrontare con il TSU: dalla promessa dell'interesse usurario alla promessa del costo usurario;
  2. L'imprescindibile  determinabilità ex contractu degli elementi di costo da computare nel TAEG;
  3. La promessa usuraria di pagare la penale d'inadempimento nel leasing attuata tramite il meccanismo dell'attualizzazione interna dei canoni a scadere;
  4. I costi usurari del finanziamento promessi in pagamento negli scenari divergenti dalla fisiologia del rapporto: la mora, l'estinzione anticipata per volontà del cliente e le penali da inadempimento;
  5. Le (non condivisibili) obiezioni all'inclusione nel TAEG dei costi promessi diversi dagli interessi corrispettivi;
  6. Il principio di onnicomprensività quale presidio della tutela costituzionale del credito;
  7. Conclusioni