Nella recente sentenza del Tribunale di Torino, nel riscontrare nell’ammortamento alla francese una coincidenza fra scadenza, maturazione e pagamento, ‘si calcoli l’interesse sul capitale residuo o sulla quota capitale che viene a scadenza, comunque il tempo di maturazione e di esigibilità della quota interessi coincidono … non si da quindi il caso di interessi “scaduti” e nondimeno produttivi di interessi ulteriori …’. ‘La capitalizzazione composta prevista nella formula di calcolo del sistema francese, al fine di calcolare la rata costante che consente la chiusura finanziaria dell’operazione, secondo i dati del problema (capitale, tasso periodale, periodi), appare quindi estranea al campo dell’art. 1283 c.c.’

La menzionata coincidenza fra tempi di maturazione e di esigibilità fa ritenere il regime composto impiegato nella determinazione della rata, estraneo al campo dell’art. 1283 c.c., risolvendosi la capitalizzazione composta nello stesso impiegato, come riporta la sentenza, in un semplice ‘metodo per calcolare la somma dovuta da una parte all’altra in esecuzione del contratto .... è, in altre parole, una forma di quantificazione di una prestazione’.

La coincidenza fra tempi di maturazione ed esigibilità che, nella debenza del piano di ammortamento, attiene esclusivamente ad interessi primari, deve trovare rispondenza di analoga natura primaria, a monte, nella preordinata pattuizione delle due obbligazioni che, nell’espressione del tasso convenzionale ex art. 1284 c.c., definiscono il rapporto di credito. Nel verificare tale rispondenza, si perviene a distinguere quali condizioni contrattuali avvalorano tale conclusione e quali condizioni presentano, invece, carenze di trasparenza che celano una forma di quantificazione della spettanza inclusa nella rata pattuita, che ricomprende la produzione di interessi su interessi.