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Usura bancaria ad un ventennio dalla legge: un impietoso bilancio - Roberto Marcelli

Segnaliamo la pubblicazione, per la collana Banca Borsa e Titoli di Credito della Giuffrè Editore, del volume “Usura bancaria ad un ventennio dalla legge: un impietoso bilancio” integralmente curato dal dott. Roberto Marcelli, Presidente AssoCTU.

Il volume affronta in maniera sistematica la tematica dell'usura bancaria, soffermandosi sulle incongruenze della normativa e della sua applicazione, con riferimento in particolare al controverso rapporto tra Istruzioni della Banca d'Italia e modalità di verifica del rispetto dell'art. 644 c.p..

Ampio spazio è dato all'evoluzione degli orientamenti giurisprudenziali, sia di merito sia di legittimità.

Il costo del libro è di € 36,00. Per gli associati è previsto uno sconto del 15% (prezzo finale € 30,60) più spese di spedizione (€ 2,00). Per procedere all'acquisto contattare la segreteria dell'AssoCTU all'indirizzo info@assoctu.it o al numero 068554936.

 

 
ABSTRACT

Nel testo ‘Usura bancaria ad un ventennio dalla legge: un impietoso bilancio’, prendendo spunto da recenti sentenze della Cassazione, vengono passate in rassegna le numerose criticità che hanno interessato le Istruzioni della Banca d’Italia e che hanno ampiamente pregiudicato l’applicazione del presidio all’usura, sia nei riflessi civile che penali. Un enorme quantitativo di procedimenti, per lo più seriali, si vengono riversando sui Tribunali e sulle Procure, intasando apprezzabilmente il lavoro della Magistratura.

Il presidio all’usura è posto a protezione del corretto funzionamento del mercato; l’esclusione da tale ambito dell’AGCM, preposto dalla legge a tutela dei clienti e del mercato, ha significativamente squilibrato i rapporti bancari che, condizionati dai criteri disposti dalla Banca d’Italia nelle Istruzioni, ispirati esclusivamente a privilegiare la stabilità dell’intermediario, patiscono una crescente asimmetria contrattuale, pregiudicando sostanzialmente la funzionalità del mercato e la concorrenza fra gli intermediari.

Le perplessità e le contraddizioni con il dettato normativo che regola l’usura insorgono quando i criteri di calcolo ed inclusione dell’algoritmo di stima del TEGM vengono trasposti alla verifica dell’usura, ponendo una variegata casistica di fattispecie concrete nelle quali il TEG della Banca d’Italia risulta entro la soglia, mentre l’effettivo costo del credito, espresso dal tasso annuo effettivo (TAEG), onnicomprensivo di ogni costo, si colloca, talvolta anche apprezzabilmente, al di sopra della soglia.

La rilevazione statistica del tasso medio di mercato, funzione svolta dalla Banca d’Italia nell’ambito della legge 108/96, non si discosta da una mera attribuzione tecnica, non dissimile da quella svolta da un qualsiasi organo esecutivo della P.A., quale, ad esempio, l’ISTAT. Anche materie o discipline connotate da un forte tecnicismo settoriale sono rette da regole e principi che, per quanto “elastiche”, sono pur sempre improntate ad una intrinseca logicità e ad un’intima coerenza, alla quale anche la P.A., al pari e, anzi, più di ogni altro soggetto dell’ordinamento in ragione dell’interesse pubblico affidato alla sua cura, non può sottrarsi senza sconfinare nell’errore e, per il vizio che ne consegue, nell’eccesso di potere.

Nel testo vengono puntigliosamente esaminate le discrasie e le forme traverse di elusione alle norme regolanti il credito, che vengono drenando cospicue rendite di posizione, protette da un’endemica carenza di concorrenza, alimentata e favorita da contratti di adesione, marcatamente sbilanciati, nei quali il rapporto con il cliente viene asservito e ricondotto ad uno stato non dissimile dalle condizioni di dipendenza di un paziente dal proprio farmaco: in tali circostanze, il concetto di ‘accordo pattizio’, applicato ai ‘contratti di adesione’ praticati nel credito, si risolve in una sostanziale finzione, ancor più palese dei vestiti del re di Andersen.

Edulcorando il presidio di legge si sono ricondotte nell’arco della legalità tassi di interesse marcatamente discosti dai valori medi di mercato: così operando si è ridotto il presidio d’usura ad una ‘farsa’. I rapporti con la clientela, senza alcuna mediazione o temperamento, risultano asserviti alla stabilità dell’intermediario. I livelli delle soglie d’usura finiscono per sortire, anziché un presidio, una legittimazione a tassi esasperati, che rivelano ampie rendite di posizione, sintomatiche di un’endemica carenza di concorrenza, funzionale a preservare l’egemonia della finanza sull’economia reale. Tutto questo è intervenuto nel silenzio e indifferenza dell’AGCM, Autorità di Vigilanza preposta a presidiare l’equilibrio dei rapporti e con esso la concorrenza del mercato.

Di fronte a pervasive forme di oligopolio del credito, che minano significativamente ogni forma di concorrenza, la trasparenza, impiegata nei contratti di adesione, assume spesso l’aspetto di un simulacro dietro il quale si celano diffuse forme di prevaricazione, estese dalla raccolta del risparmio all’impiego del credito.

Se poi, nella tripartizione della Vigilanza istituzionale – Banca d’Italia (stabilità), Consob (trasparenza), AGCM (concorrenza) – quest’ultima viene esclusa da ogni concertazione, in scelte che, anziché ‘fotografare’ il mercato, ne condizionano i comportamenti, le strategie tariffarie e gli equilibri contrattuali, viene a mancare quella mediazione e bilanciamento, fra stabilità dell’intermediario e concorrenza del mercato, concepiti e previsti dalla legge 262/05.

Sul piano penale, con le discrasie insite nelle scelte della Banca d’Italia, buona fede e favor rei hanno sino ad oggi di fatto arenato i procedimenti di accertamento dell’usura. Le ‘difformi’ Istruzioni hanno per lungo tempo prestato una ‘copertura’ all’operato degli intermediari bancari consentendo, nel rispetto della forma, di disattendere l’art. 644 c.p.

Con costi di raccolta nell’intorno dello zero, soglie d’usura sospinte sino ad oltre il 25% costituiscono, in presenza di un’endemica assenza di concorrenza, più una copertura legale alle rendite di posizione percepite dall’intermediario, che un presidio all’usura. Affluisce annualmente ai bilanci bancari, in aggiunta alla media del costo del credito in Europa, l’equivalente di una manovra finanziaria, pari almeno al 2% del PIL: una significativa mole di risorse che annualmente viene sistematicamente sottratta alle imprese e ai consumatori. La soglia d’usura sugli scoperti di conto si colloca in Italia ben 10 - 12 punti sopra la soglia francese: 25,12% (fino a € 1.500) e 23,20% (oltre € 1.500) contro il 13,55% in Francia.

Con un’inflazione prossima allo zero ed un costo della raccolta ad esso accostato, i tassi del credito in c/c sono rimasti ai livelli precedenti l’introduzione dell’Euro: il TEGM delle Aperture di credito in c/c (< € 5.000), che era attestato sul 12,05% nel ’99, si posiziona oggi all’11,37% e per gli scoperti senza affidamento tra il 15,36% e il 17,12%. Con tali costi del credito si pregiudica lo sviluppo: passibili in ogni momento di revoca del fido, di innalzamento del tasso su valori insostenibili e di segnalazione in Centrale dei Rischi, imprenditori e consumatori vengono in breve tempo condotti al fallimento e al sovra-indebitamento. E’ proprio con simili ‘perversi’ processi di avvitamento che la finanza viene di fatto a fagocitare l’economia reale.

La remunerazione del risparmio si è nel frattempo ridotta a valori esigui con scarsi benefici per le imprese alle quali, attraverso l’intermediazione bancaria, tale risparmio affluisce a costi marcatamente elevati. Sia il risparmiatore che il prenditore di fondi rimangono ‘strozzati’ da una forbice dei tassi segnatamente allargata da risvolti patologici e rendite di posizione proprie di un mercato oligopolistico.

Anche per il pregnante ruolo assolto dal sistema bancario, sia nell’acquisto di titoli pubblici che nel collocamento degli stessi, gli interessi delle due parti, banche e Stato, soffrono di una dipendenza reciproca che, come ha evidenziato la recente crisi tende a privilegiare le esigenze e gli equilibri degli intermediari bancari rispetto a quelle della clientela e, più in generale, dell’economia reale.

Il costo del credito si colloca su livelli tra i più alti in Europa e viene a costituire per l’impresa nazionale un ulteriore sovraccarico economico, alla stregua di quello energetico e fiscale. I benefici dell’introduzione dell’Euro e la discesa dell’Euribor sono lungi dall’essere rifluiti a vantaggio delle piccole e medie imprese che costituiscono il ventre ‘molle’ e ‘allargato’ del Paese, la parte prevalente del tessuto nazionale.

In una mirata visione prospettica, l’intervento del legislatore dovrebbe essere rivolto a rendere ininfluenti i presidi d’usura, operando incisivamente sugli squilibri ed impedimenti, normativi ed organizzativi, che si frappongono al libero esplicarsi della concorrenza e che alimentano poteri dominanti, dipendenze economiche e rendite di posizione. Su questo fronte deve essere chiamata ad intervenire l’AGCM, all’unisono con la Banca d’Italia, in un organico, concertato programma di interventi, sul quale impegnare e responsabilizzare, nelle distinte attribuzioni, i due organi istituzionali, al fine ultimo di pervenire ad un costo medio del credito quanto meno allineato alla media europea. Solo con un adeguato regime di concorrenza sul mercato del credito, le soglie d’usura divengono un’inutile orpello, che può anche essere rimosso.

 

Di seguito l'indice del lavoro:

1. Introduzione e sintesi

2. La Commissione di Massimo Scoperto. La rilevazione della Banca d’Italia e la Circolare 2 dicembre ‘05: criteri artefatti e dati ‘manipolati’ 

3. I dubbi ermeneutici della Cassazione n. 12965/16: l’elemento innovativo della legge n. 2/09

4. Lo stereotipo dell’omogeneità e il principio di onnicomprensività: la rilevazione statistica del TEGM e la verifica dell’art. 644 c.p., ambiti tecnici accostati ma non sovrapponibili

5. Dopo l’endorsement della Cassazione 12965/16, con le nuove Istruzioni emanate il 29/7/16 la Banca d’Italia inserisce, alla ‘chetichella’, ulteriori forme di egemonia delle soglie d’usura

6. Concorrenza e soglie d’usura. L’egemonia della Banca d’Italia e l’indifferenza dell’AGCM, inefficienze del mercato e costo del credito: un necessario riequilibrio delle norme secondarie di attuazione del presidio all’usura

7. Allegati:

A. Cass., 22 giugno 2016, n. 12965

B. Cass., 3 novembre 2016,  n. 22270

C. Cass., 5 aprile 2017, n. 8806

D. Cass., 6 marzo 2017, n. 5598

E. Cass., 7 marzo 2017, n. 5609

F. Cass. pen.,  26 marzo 2010, n. 12028

G. Cass. pen., 19 dicembre 2011, n. 46669

H. Repertorio prime sentenze contrarie a Cass. n. 12965/16 e n. 212270/16

I. Variazione tassi di riferimento BCE

L. Legislazione francese relativa alla soglia d’usura

M. Circolare della Banca d’Italia del 2 dicembre 2005

N. Comunicazione della Banca d’Italia sui tassi di mora del 3 luglio 2013

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